martedì 26 giugno 2007

Vivere senza Frigorifero"Addio al frigorifero. Basta con la schiavitù all’elettrodomestico più ingombrante delle nostre case.


Il frigorifero? Non serve più


La nuova sfida «ecologica» arriva da Cremona. A lanciare l’associazione Frigo Free Family è Guido Vaudetto, volto noto della rete di Lilliput.E Caterpillar, la trasmissione di Radio2 ha ripreso la notizia.
«Non viviamo in Alaska, ma a Cremona e il frigo arreda la nostra comunissima cucina. Sei anni fa un amico ci raccontava che durante i mesi freddi teneva spento il frigorifero. Poi per comodità, dovevamo stare a casa una settimana tra un giro di ferie ed un altro, ma prima di partire avevamo approfittato per sbrinarlo e lasciarlo spento, così anche se in piena estate, abbiamo provato a vivere una settimana senza frigo. Non siamo morti. Dal ritorno dalle ferie sono passati 4 anni e mezzo e il frigo è ancora spento. Non nascondiamo alcuni screzi iniziali ma con qualche taratura sui cibi, sugli acquisti, sulle abitudini alimentari e di cottura oggi non finiamo di stupirci della sua inutilità», spiega Vaudetto. Risultato? Drastica riduzione dei consumi elettrici (da circa 3 Kilowattora al giorno a 0,7 Kilowattora, forse non lo sbrinavamo con sufficiente regolarità e non era di classe comunque succhiava un mucchio di energia), risparmio economico, nessun investimento. Ma il risultato migliore è nella qualità dei cibi che si conservano meglio senza grossi sbalzi di temperatura e a temperatura ambiente sono molto più saporiti.
Molte famiglie bilanciste si sono unite in questa sperimentazione con ottimi risultati. «A chi ci chiedeva» spiega Vaudetto, «una via di mezzo (per esempio per autoprodursi il gelato in casa) avevamo dato queste indicazioni: produrre/ comprare prodotti deperibili e mangiarli subito.
Accendere il frigo quei 3- 6 giorni all'anno in cui si mangia il gelato. Utilizzare frigo più piccoli solo per il gelato. Mettere il frigo in comune. Mettere il frigo in comune nel condominio in un'area comune ». Un frigo potrebbe bastare per almeno 4 e forse più famiglie.
Marco Deriu sostiene che l'indipendenza è uno dei falsi “valori” occidentali. Spegnere il frigo può essere un modo per creare maggior interdipendenza con chi ci sta attorno. «Altre famiglie hanno messo in comune lavatrice, forno. Bisognerebbe cominciare a provare.
Solo da un punto di vista costruttivo si ridurrebbe di almeno il 75% la produzione di questi elementi. Poi utilizzati da più persone (pensiamo al forno) si possono avere migliori rendimenti, e minori costi di manutenzione e miglior durata», conclude Vaudetto.
Fonte:
www.cremonaweb.it

lunedì 4 giugno 2007

KARIM RASHID.....è bello riuscirci!!!







Lui stesso ama definire il proprio design come “minimalismo sensuale” ed è difficile trovare una definizione più corretta ed esemplificativa delle opere e dello stile di Karim Rashid. Curve sinuose, colori leggeri, ma penetranti allo stesso tempo, forme pervase di una sensualità tanto raffinata quanto coinvolgente, questa la cifra stilistica di uno dei designer più innovativi ed apprezzati degli ultimi anni.

mercoledì 23 maggio 2007

MA CHE BELLA E'!!!


Secondo Nikolai Sutyagin, un ex gangster proveniente dalla sterminata e sperduta provincia russa non ci sono dubbi, la casa che ha costruito nella cittadina di Arkhangelsk, nel nord-ovest del paese, è niente meno che “l’ottava meraviglia del Mondo”! Forse l’entusiasmo dell’autore è leggermente esagerato, ma senza dubbio ci troviamo di fronte ad un’opera originale e per certi versi strabiliante.Difficile negare che ci troviamo di fronte a qualcosa di differente e unico, una enorme baracca di legno fatta di strutture divisorie pericolanti, pareti che si incastrano l’una con l’altra in modo imprevedibile, piattaforme sospese nel vuoto. A suo modo una costruzione geniale e quasi gaudiana, coi suoi oltre 44 metri di altezza e i suoi 13 piani senza dubbio una delle case in legno più grandi al mondo.

martedì 22 maggio 2007


EcoboxEcco l'Ecobox di Madrid, una palazzina da ufficio sperimentale Una costruzione economica...

I materiali? Poveri: pietra, cemento prefabbricato, metallo e legno di betulla. Il risultato? Gradevole. Il costo? Basso. Il risparmio? Altissimo, da record.
Ovvero, come costruire, spendendo 1.200 euro a metro quadro (Iva e mobilio inclusi), una palazzina da ufficio che consuma meno elettricità di un appartamento con l'aria condizionata. Più esattamente, che risparmia il 70 per cento dell'energia, rispetto ad una palazzina da uffici tradizionale, costata uguale o di più.
Alcune delle tecniche utilizzate sono buone anche per la vostra villetta al mare o in montagna. Non tutte. Ma la prima lezione dell'Ecobox di Madrid è che, per tagliare la bolletta dell'energia e cominciare ad alleggerire l'effetto serra, non occorre una grande rivoluzione scientifica o tecnologica. "Da questo punto di vista - dice Gaetano Fasano, responsabile del progetto Enea "La casa intelligente" - sono uno degli esempi migliori. Hanno messo insieme con successo diversi principi e tecnologie". Tecnologie vecchie, in qualche caso vecchissime, e nuove, a portata di mano. E di tutti. Per vederle in azione, bisogna andare ad Alcobendas, uno dei sobborghi che si stanno espandendo, a velocità esplosiva, intorno a Madrid. Sui viali, si allineano le sedi di giganti come Toyota, Daimler-Chrysler, Bp, di grandi banche come la Ing.
"Le guardi" dice, indicandole dalla finestra, Alfredo Vegara, il presidente della Fundaciòn Metropoli, una fondazione che studia in particolare l'architettura bioclimatica, di cui l'Ecobox è la sede - vetrina: "Ognuna è costata più di questa palazzina e ancora di più costa viverci dentro". Per capire perché, bisogna partire dalle cose semplici: l'esposizione al sole, per esempio. "Prenda la palazzina della Bp. In nome dell'ecologia, la British Petroleum di una volta, adesso si chiama Beyond Petroleum, oltre il petrolio. Poi costruiscono una sede con un grande lucernario sul tetto. D'estate è un forno. O, qui di fianco, il parcheggio della Mercedes. Hanno utilizzato tettoie normali, a cupola, di produzione industriale. Il risultato è che le macchine per il 60 per cento del tempo sono esposte al sole".
Il parcheggio della fondazione ha le tettoie rivolte a sud, inclinate di 30 gradi per schermare i raggi del sole. E alla luce, spiega Angel de Diego, l'architetto che ha progettato l'Ecobox, è stata dedicata un'attenzione particolare. Le finestre (verticali) sul tetto, che fungono da lucernario, sono schermate da tettoie: d'inverno, quando il sole è più basso, i raggi entrano direttamente; d'estate, quando è più alto, no. Le finestre sulle pareti sono schermate all'esterno da lunghe lame metalliche orientabili.
E' più o meno, quello che facevano i nostri nonni con le persiane. Noi le abbiamo sostituite con le tapparelle (o tutte giù o tutte su, non c'è via di mezzo) o, peggio ancora, con le veneziane interne. Ma c'è differenza fra un vetro che si arroventa al sole e trasmette (veneziana o no) calore all'interno e un vetro che resta all'ombra.
Lo stesso principio, più in grande, si applica ai muri esterni. Lastre di pietra, avvitate su un isolante e fissate ad una parte di cemento. Poi, la tradizionale intercapedine e un'altra parete di cemento. Il trucco è che l'intercapedine, invece di essere vuota, è riempita di materiale ad alta inerzia termica, che trasmette, cioè lentamente, il calore dall'esterno all'interno (o viceversa). Sembra roba complicata, ma il materiale ad alta inerzia termica è banale, volgarissima ghiaia. "Non abbiamo inventato niente - sorride de Diego - lo facevano già gli antichi romani". Più esattamente, l'intera palazzina è circondata dalla ghiaia, perché l'alta inerzia termica è importante anche sopra e sotto. Soprattutto sotto, dove si capisce che inerzia non è un termine solamente passivo.
L'interno della palazzina è un alternarsi del grigio spento del cemento, del grigio brillante e freddo delle profilature di metallo, del caldo beige e rossiccio della betulla. Ma sui pannelli in basso, vicino al pavimento ci sono delle prese d'aria. "D'estate, durante la notte - spiega de Diego - quando la temperatura esterna è almeno cinque gradi inferiore a quella interna, entrano in funzione degli aspiratori. L'aria fresca viene convogliata attraverso la ghiaia sotto l'edificio, dove si raffredda ulteriormente e poi, attraverso le griglie sui pannelli, risale dentro la palazzina. Il risultato è che l'ufficio, che avevamo lasciato la sera prima a 25 gradi, lo ritroviamo la mattina dopo a 14". E' un sistema, ammette Vegara, che funziona solo con il clima secco di Madrid. "A Barcellona, dove l'umidità è alta, la condensazione creerebbe troppi problemi". Ma, dentro l'Ecobox, ripartire, le mattine d'estate da 14 gradi anziché da 25, è un bel vantaggio. Tanto più, in quanto, nell'Ecobox, l'aria condizionata non c'è.
Esposizione solare, isolamento, ventilazione, calcola de Diego, forniscono un 20-25 per cento del risparmio energetico dell'Ecobox, rispetto ad una palazzina tradizionale. Un altro 10 per cento è dato dall'automazione dei vari sistemi di controllo delle schermature, della ventilazione, del riscaldamento e del raffreddamento. Ma è qui, nel riscaldamento e nel raffreddamento, che avviene quel 40 per cento di risparmi rispetto ad un edifico con i condizionatori elettrici. La chiave sono 72 metri quadri di pannelli solari messi a copertura del tetto. Non sono i pannelli fotovoltaici che producono energia elettrica.
L'Ecobox ne ha sulla facciata ("Li avevamo messi per far funzionare l'ascensore - spiega de Diego - poi abbiamo scoperto che, con gli incentivi, ci conviene vendere l'energia, piuttosto che utilizzarla"). Ma i pannelli importanti, quelli sul tetto, sono quelli del solare termico, una tecnologia meno sofisticata e più sperimentata, oltre che più economica. Quelli che, in sostanza, scaldano l'acqua. Che viene raccolta in due serbatoi da 3 mila litri: un'idea tutt'altro che inedita per chi ricorda ancora, a Roma, prima che i relativi locali venissero trasformati in massa in superattici, le cisterne d'acqua potabile sul tetto. Da lì, d'inverno, l'acqua, a 45 gradi viene pompata nelle serpentine che corrono dentro i pavimenti di cemento e, da lì, risale a riscaldare l'ambiente. E d'estate? Funziona al contrario. L'acqua riscaldata dai pannelli passa in quella che si chiama una macchina ad assorbimento. Dove, con un processo chimico innescato dal bromuro di litio, si raffredda fino a dieci gradi. E dalle serpentine sui pavimenti (che, adesso, valgono come soffitti) scende a rinfrescare la palazzina.
Non è una risposta totale e finale. Non tutti i mesi sono uguali: a gennaio e ad agosto, ad esempio, il sistema solare riesce a coprire meno di un terzo della domanda di caldo, rispettivamente, e di freddo, dell'edificio e deve intervenire una caldaia a gas a colmare il divario. Ma la media di risparmio, nell'arco di un anno, fra isolamento e sistema solare è del 70 per cento, rispetto ad un edificio ad aria condizionata. Significa, è stato calcolato, 104 mila kilowatt di energia prodotti senza ricorrere ai combustibili fossili. E, quindi, 457 tonnellate di anidride carbonica, in meno, sputate nell'atmosfera. Equivale a tenere ferme in garage, per un anno, 113 automobili. O a piantare 50 ettari di bosco: fra i palazzi vetro e cemento di Alcobendas, fra la sede della Toyota e quella della Bp.
Maurizio Ricci

lunedì 21 maggio 2007

Lombardia. A Pavia “Il Giardino del Biologico”, prima mostra mercato sul bio

Il 16 e il 17 giugno presso i Giardini Malaspina a Pavia si terrà la prima mostra mercato sul biologico. Durante i due giorni espositori provenienti da tutta l’Italia potranno visitare i numerosi stand all’interno dei giardini presentando i propri prodotti. Parallelamente saranno organizzate esibizioni, laboratori di degustazioni ed incontri sul benessere. Promosso dall’Agribio di Casteggio e dall’Agenzia PiErre Comunicazione, l’evento vuole diventare nel tempo punto di riferimento annuale per tutti gli addetti ai lavori del settore. Presso la Sala dell’Annunciata si terranno gli incontri con esperti di natura e bio. L’evento verrà presentato alla città, alla stampa e agli sponsor giovedì 31 maggio alle ore 11 presso la Sala dell’Annunciata. La manifestazione è stata promossa e organizzata dall’AgriBio di Casteggio e dalla PiErre Comunicazione, ed ha il patrocinio della Provincia d i Pavia. Per Info: agri.bio@tiscalinet.it tel. 0383 890270 fax 0383 809507 via Torino, 17 27045 Casteggio (PV) (Agribio)

mercoledì 25 aprile 2007

Salone del mobile 2007

Eccomi tornata con un pò di foto ...dal salone del mobile!!!
Una visita veloce ai fuorisalone con Daniela....e un giretto al salone del mobile a Rho con Pino e Valentina. Direi interessante il salone satellite....come al solito!! Tutto nero e bianco laccato lucido per il resto!! Qui una anticipazione delle foto fatte....se volete vedere le altre cliccate qui a lato.

martedì 17 aprile 2007

Primo incontro: BISAZZA Home
SUPERSTUDIO PIU'
VIA TORTONA 27 - MILANO

Riuscirò ad andarci?.....nel caso fatemi sapere!